Nel disegnare questa prestigiosa villa privata, Simone Paoletti ha mostrato una concezione dell’architettura come imitazione della natura, nelle sue componenti materiali, cromatiche e di forma.
La costruzione ricorda, infatti, un guscio che si espande con armonia nel paesaggio, grazie anche alla struttura in bambù e al rivestimento di paglia che s’ispira alla tradizione costruttiva locale. La grande ala del tetto ombreggia la zona giorno, creando una sensazione di tranquillità, mentre la zona notte è alloggiata nel lungo braccio che si diparte dal corpo principale verso il mare, divenendo un elemento di connessione tra questo e la terra.
La struttura, gravemente danneggiata da un incendio durante le fasi conclusive del cantiere, è stata oggetto di un intervento di riprogettazione strutturale da parte dello SIO.
La struttura reticolare spaziale originale, per metà irrimediabilmente compromessa, è stata oggetto di un nuovo concept strutturale che, pur cambiando l’intero comportamento strutturale della copertura, ha saputo unire gli elementi ancora integri con profili disponibili in loco. Questo ha permesso di evitare l’invio dall’Europa di un nuovo sistema di copertura.